Tra le dolci colline di Ariano Irpino, nel cuore verde dell’Irpinia, cresce una varietà di ciliegia che è parte integrante della tradizione agricola locale: la Ciliegia San Pasquale. Matura tra la fine di maggio e i primi di giugno, proprio in prossimità della festività di San Pasquale Baylon, da cui prende il nome. Questo piccolo frutto, dalla polpa soda e saporita, racconta una storia antica di cura, territorio e sapori autentici.
Una storia che viene da lontano
La storia della ciliegia affonda le radici nell’antichità. Originaria probabilmente dell’Asia Minore, fu portata in Europa dai Romani: secondo la leggenda, il generale Lucullo introdusse le ciliegie a Roma dopo una campagna militare in Anatolia nel I secolo a.C. Da quel momento, il ciliegio si diffuse rapidamente nelle regioni più favorevoli, trovando in Campania e in particolare in Irpinia un ambiente ideale.
Il territorio di Ariano Irpino, con i suoi terreni fertili e il clima temperato, ha permesso nei secoli la selezione naturale di varietà locali robuste e gustose, tra cui spicca la San Pasquale. La coltivazione è sempre stata legata alle tradizioni contadine, tramandata di generazione in generazione fino ai giorni nostri.
Caratteristiche della Ciliegia San Pasquale
La Ciliegia San Pasquale si distingue per alcune caratteristiche che la rendono unica:
• Frutto di dimensioni medie, con buccia di colore rosso acceso che tende a scurirsi maturando.
• Polpa compatta e croccante, che offre una piacevole resistenza al morso.
• Sapore intenso, dolce ma con una punta di acidità che la rende equilibrata e mai stucchevole.
• Ottima resistenza naturale alle principali malattie, che ne favorisce una coltivazione più rispettosa dell’ambiente.
Queste qualità ne fanno un prodotto eccellente sia per il consumo fresco sia per la trasformazione artigianale.
I mille usi in cucina
Le ciliegie San Pasquale, oltre a essere squisite da gustare al naturale, sono perfette in tante preparazioni tipiche. In passato, nelle case arianesi si realizzavano deliziose marmellate e confetture, spesso conservate in dispensa per l’inverno. Un altro uso tradizionale era la preparazione delle ciliegie sotto spirito, un modo antico per conservare il frutto e gustarlo durante le festività natalizie.
Oggi, grazie alla loro versatilità, queste ciliegie sono protagoniste anche di ricette moderne:
• Crostate e dolci da forno, come il clafoutis francese reinterpretato con prodotti locali.
• Abbinamenti salati, ad esempio con carni bianche o formaggi stagionati, per creare contrasti di sapore originali.
• Liquori artigianali, come il tradizionale ratafià di ciliegie, molto amato in Irpinia.
La loro particolare acidità naturale consente di bilanciare perfettamente piatti sia dolci sia salati, portando freschezza e carattere.
Un patrimonio da proteggere
Nonostante le sue straordinarie qualità, la Ciliegia San Pasquale ha rischiato negli ultimi anni di scomparire. La diminuzione della coltivazione tradizionale e la concorrenza di varietà più produttive hanno messo a dura prova questo frutto tipico.
Oggi, fortunatamente, cresce l’interesse per i prodotti locali e per la valorizzazione della biodiversità agricola. Progetti di recupero e iniziative di promozione stanno riportando l’attenzione su questa varietà, che rappresenta non solo un tesoro gastronomico, ma anche un pezzo importante dell’identità rurale di Ariano Irpino.
La speranza è che la Ciliegia San Pasquale possa presto ottenere riconoscimenti ufficiali come il PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale) o diventare oggetto di un Presidio Slow Food, a tutela di una cultura contadina che merita di essere conosciuta e valorizzata.
Pagina aggiornata il 30/04/2025